Unabomber, rilevate due contaminazioni e cinque profili genetici. Nessuno attribuibile agli indagati. Zornitta: “Ora dimenticatemi”

Wait 5 sec.

Sembrava chiusa, ma c’è ancora un passaggio da affrontare nell’ambito dell’inchiesta – riaperta a fine 2022 dalla procura di Trieste – su Unabomber, il criminale autore di 28 attentati dinamitardi, dal 1994 al 2006, che ha ferito e mutilato diverse persone nel Nord-Est. Gli ordigni con piccole quantità di esplosivo erano nascosto negli oggetti più disparati: da un inginocchiatoio a una candela, un uovo o un tubo. L’ultima perizia ha non ha trovato riscontri genetici sulle persone iscritte nel registro degli indagati. Ma chiusa indagine potrebbe essere aperto un nuovo fascicolo.I cinque profili geneticiI reperti analizzati hanno fornito cinque diversi profili genetici astrattamente utilizzabili in una futura inchiesta. A parte due peli, di agenti di polizia giudiziaria, il Dna estratto non corrisponde a nessuno degli indagati, né degli investigatori e dei cittadini che hanno manipolato gli ordigni disseminati dal bombarolo nel nordest, fino al 2006, quando è uscito di scena. L’indagine era stata allargata a 63 persone, senza giungere ad alcuna corrispondenza del Dna con gli 11 indagati. Secondo le difese, si sarebbe dovuta comunicare l’estraneità delle persone indagate originariamente appena emersa, “evitando patimenti e spese di consulenze e legali ingenti”.La difesa di Zornitta“Nessuno degli indagati può essere oggetto di approfondimenti ulteriori perché è esclusa una qualsiasi loro compatibilità con le indagini. È emerso, con assoluta certezza, che vi è stata una contaminazione dei reperti, da parte di due soggetti che fanno parte di un gruppo di una trentina, che sono stati ulteriormente esaminati dai consulenti. Io voglio sapere i nomi di questi due soggetti – ha detto Maurizio Paniz, avvocato difensore di Elvo Zornitta – È un diritto della parte che rappresento sapere chi ha contaminato questi reperti anche perché, fin dalla prima udienza di questa nuova indagine, ho sostenuto che vi era stata una contaminazione. Quindi credo sia giusto accertare questo fatto.Voglio andare a fondo su questo aspetto perché non possiamo dimenticare quello che è successo in passato non possiamo dimenticare che l’ingegner Zornitta si è visti rovinati 20 anni di vita per effetto di un atto volontario di un ispettore di polizia. Io devo capire se c’è un qualche percorso che possa essere suscettibile di aver determinato dei danni”.Cosa succedeGli atti sono tornati alla Procura che dovrà decidere come procedere, se rendere noti i nomi dei due soggetti che hanno contaminato i reperti e se chiedere l’archiviazione. A giudizio delle difese, si tratta di operazioni che richiederanno comunque alcuni giorni. “In totale sono state indagate 63 persone, ma quel che fa più specie è che avevano già i risultati che escludevano il coinvolgimento degli 11 iniziali, tra cui Zornitta, un anno e mezzo fa, e li hanno costretti a restare nel processo, con le sofferenze che questo ha comportato”, hanno detto i legali degli undiciindagati.Zornitta: “Ora dimenticatemi”Zornitta, l’ingegnere di Corva di Azzano Decimo (Pordenone) scagionato nel 2016 quando fu scoperto che la prova regina – un lamierino tagliato – era stata manomessa da un poliziotto poi condannato, chiede l’oblio. “Adesso dimenticatemi – dice all’Ansa – Non ne posso più di questa vicenda, la mia vita è stata rovinata per sempre, con il marchio di Unabomber stampato in faccia. È stato un incubo lungo oltre 20 anni. Ma ora basta: almeno la vecchiaia, visto che ho 68 anni, permettetemi di trascorrerla in pace, con la mia famiglia, guardando negli occhi, senza paura di essere giudicato, le persone che incontro”.L'articolo Unabomber, rilevate due contaminazioni e cinque profili genetici. Nessuno attribuibile agli indagati. Zornitta: “Ora dimenticatemi” proviene da Il Fatto Quotidiano.