Il processo contro Christopher Cash e Christopher Berry, i due ricercatori accusati di spionaggio per conto della Cina, avrebbe dovuto aprirsi a Londra nell’autunno 2025. Avrebbe, perché dopo oltre due anni di indagini, arresti, accuse formali e preparativi, le imputazioni sono state ritirate all’ultimo momento dalla Crown Prosecution Service (Cps). La decisione ha suscitato reazioni politiche e istituzionali, e solleva interrogativi sul rapporto tra diritto, sicurezza nazionale e relazioni diplomatiche.L’inizio delle indaginiIl 3 marzo 2023 la deputata conservatrice Alicia Kearns, allora presidente del China Research Group, viene convocata d’urgenza all’ufficio sicurezza di Westminster. Le viene comunicato che il suo collaboratore, Christopher Cash, e l’accademico Christopher Berry, sarebbero stati arrestati con l’accusa di aver agito come agenti per conto della Repubblica Popolare Cinese.I due, che avevano vissuto in Cina come insegnanti di inglese a Hangzhou tra il 2017 e il 2019, vengono fermati dieci giorni più tardi. Berry si trovava temporaneamente nel Regno Unito, circostanza che aveva determinato il momento scelto per l’operazione.Per mesi la notizia rimane riservata. Soltanto a settembre 2023 la vicenda diventa pubblica, attraverso un’inchiesta del Sunday Times.Le accuse formaliNell’aprile 2024 la Cps incrimina Cash per aver violato la sezione uno del Official Secrets Act del 1911 tra gennaio 2022 e febbraio 2023. Stesso capo d’accusa per Berry, con riferimento al periodo tra dicembre 2021 e febbraio 2023.Secondo la procura, Berry avrebbe redatto almeno 34 rapporti su temi di politica britannica commissionati da un “agente dell’intelligence cinese”, con la collaborazione di Cash. Tali informazioni sarebbero arrivate, riportate questa volta il The Guardian, fino a Cai Qi, membro del politburo del Partito comunista cinese e stretto collaboratore di Xi Jinping.Tra i materiali contestati figuravano anche dettagli organizzativi di una missione parlamentare a Taiwan nel novembre 2022, inclusi dati logistici sui deputati coinvolti.La preparazione al processoPer gli inquirenti si trattava di un caso abbastanza solido da poter essere perseguito.. A inizio settembre 2025 la polizia contatta Kearns per organizzare la sua partecipazione come testimone. Il dibattimento sarebbe iniziato a Woolwich Crown Court il giorno successivo. Pochi giorni dopo, intorno al 15 settembre, a sorpresa, la Cps annuncia il ritiro delle accuse.Il cortocircuitoLa motivazione ufficiale è l’assenza di un livello di prove sufficiente a garantire “una ragionevole prospettiva di condanna”. La spiegazione più citata riguarda un aspetto giuridico e più precisamente l’Official Secrets Act, che impone di dimostrare che un imputato abbia agito a beneficio di un soggetto nemico.È qui che l’utilizzo delle parole diviene fondamentale perché, nel frattempo, il governo aveva pubblicato la National Security Strategy 2025, che definiva la Cina come una sfida geostrategica, non un nemico. E il principale testimone dell’accusa, il vice consigliere per la sicurezza nazionale Matthew Collins, era vincolato a usare il linguaggio di questo documento. La conseguenza è stata dunque l’impossibilità di qualificare giuridicamente la Repubblica Popolare come nemico in sede processuale.La decisione ha generato critiche a Westminster. Alicia Kearns ha parlato di un collasso “incomprensibile senza un intervento politico”. Iain Duncan Smith ha sostenuto che il governo avrebbe evitato di supportare il caso. Lo Speaker della Camera dei Comuni, Lindsay Hoyle, ha annunciato di valutare una prosecuzione privata.Dal canto suo, il direttore della Cps, Stephen Parkinson, ha spiegato che “il materiale probatorio non soddisfa più la soglia richiesta”, ribadendo l’indipendenza della decisione e la ministra dell’Interno Shabana Mahmood ha escluso qualunque coinvolgimento ministeriale.Il ritiro delle accuse è arrivato nello stesso periodo della ripresa dei rapporti commerciali tra Londra e Pechino a settembre 2025, dopo 7 anni di interruzione. Pochi mesi prima, Powell aveva incontrato a Pechino il ministro degli Esteri Wang Yi. Sul tavolo restava anche la questione della nuova ambasciata cinese a Londra, un progetto a lungo discusso e non ancora approvato a causa delle implicazioni di questo per settori nevralgici della sicurezza nazionale inglese.L’archiviazione del processo Cash-Berry lascia aperti due interrogativi principali. Il primo riguarda la tenuta delle norme giuridiche troppo rigide di fronte ad un contesto internazionale segnato da trasformazioni repentine e messo alla prova da minacce ibride e cibernetiche. Il secondo concerne la relazione tra procedure giudiziarie, valutazioni (geo)politiche e questioni di sicurezza nazionale, le cui priorità possono, a volte, rivelarsi in contrasto tra loro.