Gli italiani che hanno assistito al raid su Leopoli: “Abbiamo provato il terrore che gli ucraini vivono tutti i giorni”

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La scorsa notte, dal treno che da Kiev li portava al confine polacco, hanno visto dal treno le esplosioni che hanno colpito Leopoli, con i droni e la risposta della contraerea. Parliamo di 110 attivisti italiani, arrivati in Ucraina per portare solidarietà e celebrare il Giubileo, che hanno assistito al raid russo. Adesso si trovano a Przemysl, subito dopo il confine ucraino e in serata faranno ritorno in Italia. “Abbiamo provato quello che si prova in Ucraina tutti i giorni, ovvero vivere sempre con il terrore addosso, di dovere fuggire, di vedere esplodere la tua casa. Noi stiamo bene, abbiamo solo assistito alle esplosioni a Leopoli”, dice raggiunto telefonicamente dall’Ansa Angelo Moretti, presidente ed animatore del “Project Mean”, Movimento Europeo di Azione Nonviolenta.A raccontare quanto ha vissuto il convoglio c’è anche il portavoce del Mean, Marcello Raimondi, tiene a precisare che gli italiani stanno bene e che non è accaduto loro niente: “Noi non siamo stati sfiorati da nessuna bomba, da nessun drone, eravamo alla stazione di Leopoli sul treno che ci portava da Kiev alla Polonia e mentre eravamo in partenza abbiamo visto una parte dell’attacco aereo significativo che ha colpito la città”. “E’ stata una missione giubilare, nel senso letterale del termine, con una parte religiosa piuttosto significativa e una parte laica che ci ha permesso di condividere con la società civile di Kharkiv, sotto attacco aereo, il desiderio di speranza e una forte volontà di continuare e a vivere e riscostruire”, conclude il portavoce.“La paura c’è stata – prosegue Moretti – ma eravamo pronti all’idea che potesse accadere. Noi abbiamo voluto testimoniare con la nostra presenza la condizione di vita ingiusta in Ucraina che va fermata. L’Italia è a un giorno di viaggio, non siamo costretti solo a guardare a questa guerra”, dice il coordinatore del movimento che non è la prima volta che compie una missione nel Paese. Diverse le associazioni cattoliche presenti; al seguito della missione c’era anche il Sir, l’agenzia dei vescovi. “Ora bisogna mettere in piedi percorsi di futuro. Si pensa solo a difendersi ma bisogna anche pensare al futuro”, aggiunge Moretti riferendo che a Kharkiv la rete ha avuto modo di incontrare gli scout, e di ascoltare un concerto della Filarmonica, “segnale di una vita che vuole andare avanti”.L'articolo Gli italiani che hanno assistito al raid su Leopoli: “Abbiamo provato il terrore che gli ucraini vivono tutti i giorni” proviene da Il Fatto Quotidiano.