I 15 italiani della Global Sumud Flotilla ancora trattenuti in Israele partiranno domani, lunedì 6 ottobre, con un volo charter diretto ad Atene, insieme ad altri attivisti greci coinvolti nella missione umanitaria. I primi 26 connazionali erano già rientrati nella notte tra ieri e oggi, atterrando tra Milano e Roma. Venerdì scorso erano già tornati in Italia quattro parlamentari. Inizialmente, per il gruppo rimasto si prevedeva l’espulsione tramite procedura giudiziaria. Lo stallo si è però sbloccato grazie a una serie di contatti diplomatici tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani e le autorità israeliane, come confermato a Repubblica da fonti italiane. Il rientro è dunque previsto per domani.A confermarlo è lo stesso Tajani, che su X scrive: «Gli ultimi 15 italiani della Flotilla rimasti in Israele partiranno domani con un volo charter per Atene. Saranno assistiti dalla nostra Ambasciata sia alla partenza sia in Grecia, nel trasferimento verso l’Italia. Voglio ringraziare sinceramente tutto il personale del Ministero degli Esteri, i diplomatici in Israele e nelle altre sedi interessate per il capillare lavoro di assistenza compiuto in questi giorni». Il vicepremier ha poi rivolto un appello alla diplomazia internazionale: «Spero che le prossime ore siano decisive per consolidare gli sforzi di pace dell’amministrazione statunitense. La pace è il nostro obiettivo finale, irrinunciabile: potremo raggiungerla solo con un impegno totale di tutti. Un impegno per costruire due Stati per due popoli, israeliano e palestinese».October 5, 2025 Il racconto di attivisti, politici e giornalisti tornati in ItaliaCon il passare delle ore arrivano però nuovi dettagli sulla detenzione degli attivisti della Flotilla nelle carceri israeliane. Racconti forniti proprio da chi, dopo l’abbordaggio delle barche della missione umanitaria diretta a Gaza, si è ritrovato dietro le sbarre. «Eravamo trattati come le vecchie scimmie dei peggiori circhi degli anni Venti» dice senza mezzi termini il giornalista di Fanpage Saverio Tommasi che ricorda le «botte sulla schiena, tante e in testa». Tra i 26 connazionali rientrati poco prima della mezzanotte di ieri – sabato 4 ottobre – in Italia c’è chi parla di «aggressività e odio forti» mostrati nei loro confronti. «Ci hanno trattato come trattano i terroristi» sostiene invece Cesare Tofani, uno dei 18 italiani atterrati allo scalo di Roma Fiumicino. Feste anche per gli altri otto connazionali arrivati nella notte a Milano Malpensa. Nel gruppo il consigliere regionale dem Paolo Romano.«Gravi abusi subiti»: celle sovraffollate, scorte di acqua e cibo insufficientiLe loro testimonianze si intrecciano con quelle raccolte dal team legale internazionale che sta seguendo gli oltre 300 attivisti ancora detenuti in Israele. Gli avvocati di Adalah denunciano «gravi abusi subiti» dai partecipanti alla missione: detenuti in celle sovraffollate, alcuni costretti a dormire sul pavimento, scorte di acqua e cibo inadeguate. Secondo le dichiarazioni raccolte negli ultimi due giorni, ai fermati sarebbero stati negati anche i farmaci salvavita. Diversi – aggiungono – hanno riferito di essere stati interrogati da personale non identificato e altri hanno denunciato maltrattamenti e abusi da parte delle guardie carcerarie. Qualcuno ha riportato ferite alle mani, «altri sono stati bendati e ammanettati per periodi prolungati. Una donna ha riferito di essere stata costretta a togliersi l’hijab e di aver ricevuto solo una camicia in sostituzione, mentre altri hanno denunciato restrizioni nell’esecuzione delle preghiere».La detenzione di Greta ThunbergCondizioni durissime emerse, inoltre, dai racconti dell’attivista Greta Thunberg, che sarebbe stata «detenuta in una cella infestata da cimici» e «costretta a baciare la bandiera israeliana». Le sue accuse sono state respinte dal ministero degli Esteri israeliano. «Le affermazioni riguardanti i maltrattamenti sono sfacciate menzogne. Tutti i diritti legali dei detenuti sono pienamente tutelati», sostiene il dicastero aggiungendo: «È interessante notare che Greta stessa e altri detenuti si sono rifiutati di accelerare la loro espulsione e hanno insistito per prolungare la loro permanenza in custodia. Greta inoltre non ha presentato reclamo alle autorità israeliane per nessuna di queste accuse ridicole e infondate, perché non si sono mai verificate».Il mistero sugli aiuti umanitariResta infine il mistero sulla destinazione degli aiuti umanitari trasportati dalla missione, a bordo delle oltre quaranta imbarcazioni bloccate da Israele. Durante la traversata, le navi della Flotilla avevano più volte mostrato foto e video che documentavano spazi colmi all’inverosimile di riso, farina, olio e scatolame. Il ministro israeliano Itamar Ben Gvir, in un video in cui insulta gli attivisti definendoli «terroristi» e sale a bordo delle imbarcazioni sequestrate, ha minimizzato il contenuto degli aiuti, sostenendo: «Qui c’è solo alcol e droga per fare festa». Secondo gli organizzatori della Flotilla gli aiuti potrebbero essere ancora nel porto di Ashdod, dove sono state condotte anche tutte le barche sequestrate.L'articolo Flotilla, Tajani: «Domani rientrano gli ultimi 15 italiani». Gli attivisti: «Trattati come scimmie al circo». Il racconto della detenzione e il mistero degli aiuti proviene da Open.