L’Alzheimer è una delle malattie neurodegenerative più diffuse e temute, caratterizzata da un lento ma inesorabile declino delle funzioni cognitive. Sebbene l’età e la predisposizione genetica siano i principali fattori di rischio, negli ultimi anni la ricerca ha messo in luce un altro nemico silenzioso: l’inquinamento atmosferico. Secondo studi sempre più numerosi, l’esposizione prolungata a particolato fine e ad altri agenti inquinanti può non solo aumentare il rischio di sviluppare la malattia, ma anche peggiorarne la progressione nei pazienti già colpiti.Il cervello è un organo estremamente sensibile agli insulti esterni, e le polveri sottili (PM2.5), così come gli ossidi di azoto e l’ozono, riescono a penetrare nel nostro organismo attraverso i polmoni e, in parte, attraverso le vie olfattive. Una volta entrati in circolo, questi microinquinanti raggiungono il sistema nervoso centrale, innescando processi infiammatori e stress ossidativo. Entrambi sono meccanismi ben noti per il loro ruolo nel danneggiare i neuroni e favorire l’accumulo delle placche di beta-amiloide, una delle caratteristiche distintive dell’Alzheimer.Alzheimer e inquinamento atmosferico: l’aria sporca accelera il declino cognitivoDiversi studi epidemiologici hanno mostrato una correlazione tra la qualità dell’aria e il declino cognitivo. Una ricerca condotta negli Stati Uniti, ad esempio, ha osservato che le persone anziane che vivevano in aree altamente inquinate presentavano un deterioramento cognitivo più rapido rispetto a chi respirava aria più pulita. Altri lavori hanno documentato un aumento della probabilità di ricoveri per demenza in giornate particolarmente inquinate.Ma ciò che preoccupa di più i ricercatori è l’impatto dell’inquinamento sul decorso della malattia già diagnosticata. Nei pazienti affetti da Alzheimer, l’esposizione costante a elevati livelli di particolato sembra accelerare la perdita di memoria, peggiorare i disturbi comportamentali e anticipare la perdita dell’autonomia. In pratica, vivere in ambienti con aria inquinata potrebbe significare arrivare più velocemente agli stadi avanzati della malattia.I meccanismi alla base di questo fenomeno sono complessi ma sempre più chiari. L’infiammazione cronica indotta dall’inquinamento non si limita ai polmoni, ma si estende a livello sistemico, colpendo anche il cervello. Inoltre, alcuni inquinanti sembrano alterare la barriera emato-encefalica, la struttura che normalmente protegge il cervello dalle sostanze tossiche. Una barriera più permeabile permette a molecole dannose di entrare più facilmente nel tessuto nervoso, amplificando i danni.Proteggere il cervello dall’invecchiamento patologicoQueste evidenze aprono scenari importanti sul piano della salute pubblica. Se è vero che non possiamo modificare i fattori genetici, agire sull’ambiente potrebbe fare una grande differenza. Migliorare la qualità dell’aria nelle città non significherebbe soltanto ridurre il rischio di malattie respiratorie e cardiovascolari, ma anche proteggere il cervello dall’invecchiamento patologico. Alcuni studiosi parlano già di “prevenzione ambientale” come nuovo pilastro nella lotta contro l’Alzheimer.Naturalmente, la ricerca è ancora in corso e restano diversi interrogativi da chiarire. Non è ancora possibile stabilire con precisione quali soglie di esposizione accelerino in modo significativo la malattia, né se alcune persone siano più vulnerabili di altre. Tuttavia, la direzione è chiara: la salute del cervello e la qualità dell’aria sono strettamente intrecciate. Anche piccoli miglioramenti ambientali potrebbero avere effetti positivi sul benessere cognitivo di milioni di persone.In attesa di politiche più efficaci contro l’inquinamento, anche le scelte quotidiane possono avere un ruolo. Ridurre l’esposizione diretta al traffico, usare purificatori d’aria negli ambienti chiusi e preferire aree verdi per le attività all’aperto sono strategie semplici ma utili. L’Alzheimer resta una malattia complessa e ancora senza cura definitiva, ma comprendere e limitare l’impatto di fattori ambientali come l’inquinamento offre una nuova speranza: rallentare il decorso e migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.Foto di Chris LeBoutillier da PixabayLeggi l'articolo completo su: Alzheimer e inquinamento atmosferico: come l’aria sporca accelera il decorso della malattia - Articolo originale di: Focustech.it