La Lazio s’è desta, tre bei gol al Genoa

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La Lazio, dopo una vittoria e tre sconfitte (brucia quella nel derby) in quattro partite, s’è ricordata finalmente come si gioca a pallone e ha liquidato il Genoa con tre bei gol che portano le firme di Cancellieri, Castellanos e Zaccagni. Il Genoa? Ha corso tanto, ha portato a passeggio il pallone più dei biancocelesti, ha pure tirato qualche pallonata contro la porta romana, senza riuscire a ingannare Provedel, in giornata super.I romani avevano fretta, hanno segnato il vantaggio sùbito, al 4’ minuto del primo tempo: Castellanos conquista una palla, vede Cancellieri in posizione favorevole, gli spedisce per posta celere il pallone che il compagno, per non farselo rubare dai liguri, si affretta a riporlo nella cassaforte alle spalle del portiere Leali, il quale ne prende atto e lealmente s’inchina a raccoglierlo.I genoani cercano di reagire ma, saranno state le idee confuse o lo schieramento col 4-4-2 dei romani escogitato da Sarri per l’assenza dei due motorini Rovella (infortunato) e Guendouzi (squalificato), il gioco è rimasto sempre nei piedi laziali. E col gioco è arrivato, al 30’, il secondo gol: Castellanos scambia con Marusic che ricambia la gentilezza con un assist che manda Taty a bucare di nuovo la cassaforte di Leali. Al quale non resta che inchinarsi di nuovo. Nella rapida azione, tuttavia, è Marusic a rimetterci: cade male e cede il posto a Hysaj.Per vedere il terzo gol bisogna aspettare un’altra mezz’ora. Al 63’ Zaccagni, stanco di aspettare l’occasione, se ne crea una facendosi trovare al posto giusto, a un palmo dalla porta genoana, quando il pallone, respinto sulla punizione calciata da Pellegrini, gli finisce sul piede destro che, prontissimo, lo spara a distanza ravvicinata sotto la traversa.Da segnalare il rigore contro la Lazio dato dall’arbitro Ayroldi al 57’ e annullato due minuti dopo dal Var: il pallone colpisce Romagnoli su un gomito, ma solo dopo aver colpito la schiena del genoano a cui il braccio era appiccicato.Insomma, la Lazio va a 6 punti, poco sotto ai 12 di Napoli, Milan e Roma. (Bruno Cossàr)