Palestina. La relatrice Onu Albanese a Ravenna, ‘Interrompere ogni rapporto con Israele’

Wait 5 sec.

di Mariarita Cupersito – La relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, ha visitato la città di Ravenna ieri facendo tappa al porto San Vitale dove ha incontrato una delegazione del Comitato autonomo portuale e alcuni manifestanti in presidio.L’incontro arriva a pochi giorni dal caso del carico di armamenti diretto in Israele, individuato e bloccato grazie alla segnalazione di alcuni lavoratori portuali che si sono rivolti direttamente alle istituzioni.“Ai portuali ho detto grazie, perché è incredibile in questo Paese quanto si stia risvegliando la coscienza civile”, ha dichiarato la Albanese al TG3. “La gente è indignata, disperata, perché non sa come fare a trasformare la rabbia e l’indignazione dinanzi al martirio di un intero popolo in azione. I portuali di Ravenna lo stanno facendo”.Nel pomeriggio, la giurista è stata protagonista di un incontro molto partecipato con la cittadinanza, dove è stata accolta tra applausi e cori di incoraggiamento. “Qualsiasi rapporto commerciale con Israele va interrotto. Cosa significa la rottura dei rapporti istituzionali se non si interrompono quelli commerciali? Il traffico di prodotti israeliani è poco meno grave di quello delle armi e non ci sono scambi autorizzati con un paese che sta commettendo violazioni al diritto internazionale. Continuiamo a tenere spazi aerei aperti, ma questo andrebbe impedito”, ha dichiarato.“La Corte di Giustizia Internazionale ci dice che Israele mantiene in piedi un’occupazione illegale, che si è resa veicolo di colonizzazione e di applicazioni di un regime di segregazione razziale di apartheid”, ha proseguito. “Lo Stato di Israele deve essere tagliato fuori dalle relazioni economiche, diplomatiche, commerciali e strategiche finché non smette il genocidio, l’occupazione permanente, quindi finché non fa quello che ha detto la Corte di Giustizia Internazionale: ritirare le truppe, smantellare le colonie, smettere di sfruttare i rifugiati e facilitare il ritorno di tutti gli sfollati”.Albanese ha anche parlato della missione Sumud Flotilla nel Mediterraneo: “L’Italia ha dispiegato le sue forze per accompagnare il convoglio in acque internazionali, ma dovrebbero essere navi italiane ad andare a rompere l’assedio e a portare aiuti umanitari veri a Gaza.Però, in questo momento, governi come quello italiano si stanno spendendo più per fare pressione sulla Flotilla affinché desista dalla sua missione che sul governo di Israele perché smetta di massacrare i palestinesi. Questo è di una gravità assoluta”.“Il genocidio del popolo palestinese non è il primo che si consuma sotto gli occhi di tutti”, ha aggiunto. “E come per tutti i genocidi c’è sempre il diniego dello stesso. Questa però è la prima volta che c’è una levata di scudi da parte della gente ed è questa la sfida che non possiamo perdere. Ognuno di noi, come può, deve opporsi al massacro. È il momento di unirsi e di generare consapevolezza da tutte le parti”.