Gli ultimi comizi sul territorio, i post diffusi via social prima del silenzio elettorale, il rush finale per convincere gli indecisi e centrare la vittoria. Cala il sipario sulla campagna elettorale di Francesco Acquaroli e Matteo Ricci, candidati alla presidenza delle Marche, al voto domenica e lunedì.Il governatore uscente del centrodestra punta al bis mentre l’eurodeputato dem sostenuto dal ‘campo largo’ spera nel ribaltone in quella che ormai è stata ribattezzata ‘l’Ohio d’Italia’ per il peso che potrebbe avere nella tornata elettorale. Nel giro di un paio di mesi, infatti, si voterà anche in Calabria, Toscana, Puglia, Veneto e Campania, tutte regioni dove le forze uscenti – a meno di sorprese – dovrebbero riconfermarsi. Le Marche sono quindi considerate come una sorta di ‘swing state’ sia nella maggioranza che nell’opposizione.Regionali Marche 2025, gli ultimi appelli agli elettoriPer provare a riconquistare l’ex regione rossa, finita per la prima volta a destra cinque anni fa, Ricci ha deciso di puntare forte oltre che su dossier come sanità e infrastrutture, anche su quanto sta accadendo in Medio Oriente. ‘Un treno per Gaza’ è infatti l’iniziativa lanciata per chiudere la sua corsa e che lo ha visto attraversare le Marche in treno per mantenere alta l’attenzione sulla questione palestinese.“Acquaroli è riuscito a non dire neanche una parola sulla tragedia di Gaza – l’accusa mossa al presidente di FdI -. La destra tace, noi invece stiamo dalla parte di chi soffre, dei più fragili, di chi chiede libertà e giustizia. Per questo, nel primo Consiglio regionale che guideremo, riconosceremo lo Stato di Palestina”. “Io sarò il presidente di tutte e di tutti, con l’interesse della comunità sempre prima di quello di partito – il messaggio inviato via social ai marchigiani -. Hanno diviso le Marche, noi le riuniremo. Noi siamo l’Alleanza del Cambiamento. È il momento di scegliere: declino o speranza, continuità o cambiamento”.Simile l’appello di Acquaroli, secondo il quale “la scelta è chiara. Da una parte c’è chi ci aveva lasciato una regione sfiduciata e in recessione. Dall’altra ci siamo noi e il grande lavoro che abbiamo avviato, i tanti risultati che abbiamo ottenuto finora e le sfide che possiamo ancora vincere. Domenica e lunedì, scriviamo insieme il futuro della nostra regione”.Il voto in Valle d’Aosta e l’intervento di MeloniE domenica si voterà anche in Valle d’Aosta dove però non è prevista l’elezione diretta del ‘governatore’, che viene a sua volta eletto dal rinnovato Consiglio regionale (35 membri) alla prima riunione. Un sistema che non convince la premier Giorgia Meloni che, in un videomessaggio inviato in vista dell’appuntamento con le urne, ha ricordato come “in otto anni si sono alternati ben sette presidenti di Regione ed è impossibile in queste condizioni programmare, dare risposte concrete a cittadini e imprese. Ecco perché penso che anche qui occorra avere il coraggio delle riforme, e segnatamente una riforma che introduca finalmente l’elezione diretta del presidente, perché chi vince governa e chi perde sta all’opposizione, e il potere resta nelle mani dei cittadini”.“In attesa di questa riforma tanto attesa”, ha però sottolineato la leader di FdI, “spetta al centrodestra offrire ai valdostani la stabilità nei fatti” e l’alternativa alle “improbabili alleanze di potere con la sinistra che hanno finito col produrre instabilità e immobilismo”. “Questa volta abbiamo l’occasione di voltare pagina. Per la prima volta il centrodestra si presenta unito. È una novità storica che ci consegna l’opportunità di offrire ai cittadini della Valle d’Aosta l’alternativa che aspettano da anni”, l’appello della premier, pronta dopo il voto del weekend a chiudere il risiko delle candidature nelle altre regioni e a volare martedì a Lamezia Terme con gli altri leader della coalizione Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi, per il comizio a sostegno del governatore uscente della Calabria, Roberto Occhiuto.Questo articolo Regionali Marche 2025, Acquaroli-Ricci al rush finale proviene da LaPresse