Meloni chiama la madre di Trentini: “Impegno massimo del governo per liberarlo dal carcere venezuelano”

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Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini, ha ricevuto la telefonata della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha assicurato l’impegno di Palazzo Chigi e delle istituzioni italiane per riportare a casa l’operatore umanitario, detenuto, senza accuse, nel maxi-carcere venezuelano di El Rodeo I, insieme ad altri prigionieri stranieri. A renderlo noto è stato Palazzo Chigi, in una nota diffusa nel pomeriggio di venerdì. Nel testo si legge che la premier “ha rinnovato la propria personale vicinanza e quella del Governo alla famiglia dell’operatore umanitario italiano”, sottolineando “la grande attenzione con cui il Governo segue la vicenda e il suo massimo impegno, attraverso tutte le strade praticabili, per un esito positivo”. È la prima volta che Meloni nomina pubblicamente Trentini.Risale a sei mesi fa, a inizio aprile, la precedente telefonata della premier alla famiglia dell’operatore umanitario, con un messaggio analogo circa l’impegno del governo per la liberazione di Trentini. A mutare però è il contesto in cui si è tenuto il breve colloquio, che giunge dopo la chiamata del viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli alla sua omologa venezuelana, Andrea Corao Faria, ponendo fine a quattro duri anni di gelo e ostilità tra i due Paesi. Inoltre, tre giorni fa c’è stata la visita consolare dell’incaricato di Affari a Caracas, Giovanni Umberto De Vito, a Trentini e Mario Burlò, avvenuta nell’ambito di una più ampia apertura delle autorità venezuelane nei confronti dei Paesi occidentali. Sono passati più di 310 giorni di prigionia per Trentini e 201 dall’inizio del digiuno a staffetta per chiederne liberazione, ma la diga, che teneva la vicenda sotto stallo, si è rotta soltanto adesso.Può darsi anche che la telefonata della premier sia stata dettata dal calcolo: voler distogliere l’attenzione dall’insorgere delle piazze per la strage a Gaza e, dall’altro lato, sottolineare le recenti evoluzioni positive nella vicenda Trentini e nei rapporti, fino a ieri interrotti, fra Roma e Caracas. Situazione simile a quella delle autorità venezuelane, la cui apertura è senz’altro motivata dalla pressione esterna di Washington. Ma, al di là delle ragioni della politica, i fatti indicano che la liberazione di Trentini è più vicina che mai e potrebbe fare da apripista per il rilascio degli altri connazionali detenuti nel Paese sudamericano.L’altro dato importante riguarda l’attivazione della maggioranza, che finalmente riporta alla luce una vicenda delicata, finora gestita dall’Intelligence e dalla Farnesina, e relegata al silenzio, quasi totale, delle istituzioni. L’insieme degli eventi è in parte il risultato della pressione esercitata dalla società civile, attraverso iniziative come la raccolta firme su Change.org, a quota 190mila, le lettere pervenute dal mondo degli artisti e degli scrittori e un maggior impegno da parte della stampa, in generale. “Dovete impegnarvi e fare tutto ciò che è necessario, come fareste per un figlio vostro”, era stato uno degli ultimi appelli di Armanda Colusso, madre instancabile, che in questi mesi ha incessantemente interpellato il governo italiano a fare il proprio dovere. L’auspicio generale è che il concatenarsi degli eventi, compreso il riavvicinamento tra Roma e Caracas, possa servire a preparare il terreno, questa volta sì, per la visita dell’inviato speciale, il diplomatico Luigi Maria Vignali, in Venezuela.L'articolo Meloni chiama la madre di Trentini: “Impegno massimo del governo per liberarlo dal carcere venezuelano” proviene da Il Fatto Quotidiano.