A poche ore dalla sua morte sui social era semplice rintracciare moltissimi dei suoi video, estratti di Tik Tok sulle domande e risposte ai gazebo delle università americane dove – con la strategia dialettica del Gish Gallop che sommerge di dati e informazioni a raffica l’interlocutore, rendendogli difficile se non impossibile una risposta argomentata – replicava a studenti woke, di sinistra o che, al contrario, gravitavano nell’area dell’alt-right, ancor più a destra di quanto fosse di lui. Difendeva Donald Trump, anche se nel 2016 aveva dichiarato di non essere “il suo più grande fan”. Quella valanga di video di Charlie Kirk, oggi, pare rarefatta. Tanti non si riescono più a reperire facilmente sui social, da X a Facebook. Il suo nome è stato ricordato anche alla Camera, dove Fdi ne ha promosso la commemorazione, a cui anche la Lega – che lo ha celebrato a Pontida – era favorevole. Il nostro Parlamento è stato l’unico dopo la House of Representatives americana, nota Repubblica, a commemorarlo, nonostante l’Aula fosse tutt’altro che piena. Di lui, però, prima della morte, nessun partito della destra aveva parlato: e per molti esponenti resta il dubbio se il suo nome si pronunci “Kerk” o “Kirk”, dettaglio che certifica quanto la sua notorietà si sia diffusa dopo la tragedia consumata nel campus dello Utah.A Pontida, dicevamo, è andata in scena una sorta di santificazione di Kirk, con magliette dedicate, la sua immagine sul maxischermo e un minuto di silenzio. Celebrato come eroe e pronti a diventarne “gli eredi”, come ha detto Vannacci. Per l’europarlamentare, “Kirk rappresenta il free speech, la possibilità di parlare”. Ma cosa diceva davvero Kirk? Su Israele, ad esempio, era stato accusato di espressioni antisemite. Aveva ripetutamente attaccato quella che lui definiva “la lobby ebraica”, senza nessun riconoscimento del massacro consumato a Gaza a danno della popolazione civile. Su questo punto, ad esempio, rispondendo a una domanda durante i tour nelle università, aveva risposto che Israele non uccide intenzionalmente i bambini nella Striscia, ma è Hamas a usare i piccoli come scudi umani. Quanto alle dichiarazioni sugli ebrei, il 13 ottobre 2023 – 6 giorni dopo la strage di Hamas – dichiarò che la filantropia ebraica che finanzia le università americane stava di fatto “sovvenzionando la vostra stessa rovina (diceva facendo riferimento ai donatori ebrei, ndr) sostenendo istituzioni che generano antisemiti e appoggiano assassini genocidi”.Più tardi, il 26 ottobre, parlando durante il suo podcast “The Charlie Kirk Show “, aveva attaccato la “lobby ebraica”, sostenendo che gli ebrei controllano “non solo le università, ma anche le organizzazioni non profit, i film, Hollywood, tutto quanto”. “I donatori ebrei hanno molte spiegazioni da dare. Molte dissociazioni da fare”, ha detto, bollandoli come “il meccanismo di finanziamento numero uno di politiche neoliberiste radicali, quasi marxiste, con frontiere aperte, istituzioni culturali e organizzazioni non profit”. E ancora: “Alcuni dei maggiori finanziatori delle cause di sinistra e anti-bianchi sono stati ebrei americani”, ha affermato Kirk, che aveva però respinto le accuse di antisemitismo. “Sono contento che gli ebrei americani stiano riconsiderando il loro finanziamento del marxismo culturale, e che la gente lo abbia frainteso intenzionalmente e ci abbia calunniato come antisemiti”, aveva poi aggiunto, confermando quanto il suo punto di vista fosse in fondo condiviso anche dai diretti interessanti. Nessun dubbio sull’azione di Israele a Gaza: nessuna affermazione che parlasse di genocidio, nessuna considerazione sul massacro di decine di migliaia di civili, moltissimi dei quali bambini. Difensore del secondo emendamento e dunque delle armi, bollava i morti per arma da fuoco come prezzo da pagare per la libertà. E li paragonava alle vittime della strada: loro erano, per analogia, l’altra faccia della medaglia per la libertà di possedere e guidare un’automobile. Antiabortista, sosteneva che anche una bambina di 10 anni rimasta incinta dopo uno stupro dovesse portare a termine la gravidanza. La sua era una difesa a oltranza dei bambini non ancora nati, ma su quelli già esistenti le idee andavano in un altro senso: era contrario ai fondi federali per le mense scolastiche, convinto che fossero programmi che creavano dipendenza dai finanziamenti pubblici, parte della “religione della dipendenza” creata dai Democratici.L'articolo Cosa diceva Charlie Kirk su Israele? Molto criticati gli interventi contro la “lobby ebraica”, ma alcuni discorsi ora sono introvabili sul web proviene da Il Fatto Quotidiano.