Nel Pd la tregua è armata, in attesa delle Regionali. Da Gentiloni a Picierno, le possibili strategie dell’area anti-Schlein

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Le Marche valgono bene la più classica delle tregue armate in stile Pd, ma la frattura è ormai conclamata. La parte della minoranza dem che fa capo a Paolo Gentiloni s’è data appuntamento a Milano per un’iniziativa tra metà e fine ottobre. L’esordio di una corrente guidata da lui e Lorenzo Guerini. Ieri la direzione del partito convocata “preventivamente” da Elly Schlein cinque giorni prima delle elezioni nella Regione, dove Matteo Ricci combatte una battaglia tutta in salita, è finita senza lo strappo annunciato e senza le assenze programmate. Ma con la chiamata a raccolta degli amministratori dem, in un evento a metà novembre. “Andiamo a vincere queste regionali. Dico alle altre forze: continuiamo a lavorare insieme. Ogni minuto passato in polemiche fra noi o al nostro interno è un minuto perso per inchiodare il governo”, ha detto la segretaria del Pd. Le ha fatto eco Stefano Bonaccini, il leader di Energia popolare, un’area che di fatto non c’è più e che gli rimprovera di essere ormai del tutto schiacciato sulla segretaria: gli elettori non vogliono che torni “una stagione di litigi che a volte ha favorito persino la destra”. Dopodiché, “dopo le regionali si dovrà discutere seriamente, approfonditamente perché è già da precisare anche quali saranno le proposte principali e programmatiche che il partito avanzerà”.Ieri è finita così, senza entusiasmi e senza proclami belligeranti, ma non durerà. Guerini, Pina Picierno, Giorgio Gori, Marianna Madia, Filippo Sensi, Simona Malpezzi, Lia Quartapelle, Graziano Delrio, Sandra Zampa, e forse anche Gentiloni si riuniranno per contarsi e provare a definire una strategia comune. Le ipotesi sono diverse. Picierno vorrebbe fare l’anti-Schlein, magari candidandosi alla segreteria, ma è piuttosto isolata in questo. Un gruppetto, Gori in testa, guarda sempre di più a Silvia Salis, accarezzando persino l’idea di uscire dal Pd per confluire in un progetto di centro tutto da costruire. Altri riflettono sulla possibilità di appoggiare la sindaca di Genova in caso di eventuali primarie, in chiave anti-Schlein. La tentazione che va per la maggiore è quella di farsi candidare dalla segretaria, tornare in Parlamento e attendere l’eventuale sconfitta alle politiche, che significherebbe anche la fine di questa segreteria. Oltre a Guerini e Delrio, però, chi può strappare un seggio sicuro, è tutto da capire.Ieri Schlein ha salutato con calore la presenza di Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, in direzione. E ha annunciato per il 14 e il 15 novembre al Dumbo, a Bologna, un evento con gli amministratori dem. Un’iniziativa che arriva prima delle elezioni in Puglia, Campania e Veneto, con il centrosinistra che parte favoritissimo nelle prime due Regioni: dunque, un appuntamento elettorale per frenare l’ascesa di Silvia Salis e anche per provare a parlare con un mondo dove la minoranza dem è forte. Il congresso a inizio 2026 con ogni probabilità non ci sarà, ma la battaglia interna è ufficialmente ripartita. Domani, mercoledì, Schlein torna nelle Marche. La battaglia è sempre più dura e se la Regione resta al centrodestra, questa tornata elettorale finirà 3 a 3. Per lei, la fine di un’epoca felice come segretaria.L'articolo Nel Pd la tregua è armata, in attesa delle Regionali. Da Gentiloni a Picierno, le possibili strategie dell’area anti-Schlein proviene da Il Fatto Quotidiano.