Scioperare per il diritto ad esistere di Gaza e dei palestinesi. L’Usb, unione sindacale di base, ha proclamato un altro sciopero generale per il 26 settembre, visto il risultato importante di quello del 22, capace di portare in piazza centinaia di migliaia di persone. “La protesta di oggi – aveva commentato qualche giorno fa Massimo Pedretti, dell’esecutivo nazionale Usb – è un foglio di via per il governo, incapace di prendere posizione nei confronti del più grande e orrendo sterminio dell’era moderna”.Una posizione, invece, ben chiara all’Unione Sindacale di Base che sui conflitti recenti in Medio Oriente è riuscita ad essere promotrice di molte iniziative, ma spesso in supporto di governi arabi accusati di crimini contro l’umanità. Nel settembre del 2019, a Damasco, una delegazione dell’Usb aveva preso parte ad un evento organizzato General Federation of SyrianTradeUnions e il WFTU. “Esprimiamo a nome dell’Usb – si legge nel testo dell’intervento dei delegati italiani andati a Damasco – la piena solidarietà alla Siria, al popolo e ai lavoratori siriani, che stanno soffrendo da molti anni una feroce aggressione, orchestrata dall’imperialismo statunitense e dai suoi lacchè locali per destabilizzare e distruggere lo Stato siriano e la sua democrazia”.Il regime di Bashar al Assad, una vera e propria dittatura, era stato accusato da molteplici report di aver compiuto crimini contro l’umanità. Perfino contro i palestinesi, oggi al centro della solidarietà dell’Usb. Secondo l’Action Group for Palestinians of Syria (AGPS), fino alla fine del 2019, erano stati registrati 4.013 decessi tra i rifugiati palestinesi, molti dei quali a causa di bombardamenti e sparatorie. Evidenziando che nel primo semestre del 2019, l’84% delle vittime palestinesi in Siria erano civili.In questi casi, le forze del regime di Bashar al-Assad erano state accusate di bombardamenti indiscriminati e di assedi prolungati, in particolare nel campo profughi palestinese di Yarmouk. Ma i delegati del sindacato italiano, durante la conferenza, non avevano menzionato queste violazioni. Anzi. L’unica violenza, avevano dichiarato, era quella dello Stato Islamico. “Nonostante il progressivo mutamento dei rapporti di forza militari sul terreno – continua il loro intervento –, che hanno ridotto notevolmente la presenza del terrorismo del Daesh nel paese, la violenza genocida di questi mercenari continua a mietere morte e distruzione”. Ma – concludevano ottimisti – “il tempo del riscatto e della liberazione dell’intero territorio siriano è vicino, riducendo così la minaccia imperialista in Medio Oriente”.E sull’immigrazione? Nel 2019 per l’Usb, che oggi denuncia la deportazione dei palestinesi, “la Germania – che secondo le stime ha accolto oltre un milione di siriani, molti di origine palestinese – ha trasformato la tragedia dell’esodo in opportunità”. E continuano: “i profughi vengono trasformati in vero e proprio ‘bestiame’ in un mercato delle braccia, nel quale si selezionano scienziati, tecnici, operai professionali, molti dei quali formatisi nelle università e scuole siriane, libanesi, palestinesi, irachene, strappati dalle proprie case con la violenza per andare a servire le mire egemoniche della potenza tedesca”.L'articolo L’Usb proclama un altro sciopero generale pro Gaza, ma non sempre il sindacato nei rapporti coi Paesi arabi è stato lungimirante proviene da Il Fatto Quotidiano.