Fino a metà pomeriggio la pioggia battente su Milano aveva fatto temere il peggio. Ma quando il cielo si è aperto, il green carpet di piazza della Scala è stato salvo. Gli ospiti hanno potuto calcare il tappeto verde allestito davanti al Piermarini. Ma la piazza, ieri sera, era divisa in due: da un lato il gotha della moda, riunito al Teatro per la settima edizione dei Sustainable Fashion Awards, gli Oscar della moda, dall’altro le tende e le bandiere dei manifestanti pro-Palestina. Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti solo per un istante, quando un’ospite, in tacchi a spillo e abito da sera, ha preso una di quelle bandiere e l’ha portata con sé, tra gli applausi e lo stupore generale. Un gesto a cui poi ha fatto eco, a sorpresa, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala che, dal palco, dopo aver invitato il mondo della moda a usare la sua “voce molto forte” per affrontare le disuguaglianze e le crisi globali, ha chiuso il suo discorso con due parole nette: “Free Gaza!”.Il ricordo di Armani secondo Anna WintourUna volta in sala, la cerimonia si è aperta con il discorso più atteso. Anna Wintour, Chief Content Officer di Condé Nast e Global Editorial Director di Vogue, ha reso omaggio a Giorgio Armani, scomparso lo scorso 4 settembre. La direttrice di Vogue, visibilmente commossa, ha abbandonato il suo consueto aplomb per un discorso intimo e personale: “Giorgio era una forza rassicurante, anche se – o forse proprio perché – era anche un leone, un fiero difensore della sua famiglia e del suo lavoro”. La platea si è raccolta nel silenzio mentre Wintour ricordava aneddoti privati: “Quando andavamo a vedere le collezioni Armani, la passerella era sotto la sua sede di Milano, l’atelier al piano di sopra, e sopra ancora il suo appartamento. Sontuoso, certo, perché era di Giorgio, ma anche umile, come la casa di un uomo che dorme sopra il suo laboratorio. Avrebbe potuto vivere ovunque, ma il luogo in cui si sentiva più a casa era proprio lì, con i suoi colleghi creativi”. Poi la definizione più forte: “Era uno dei capi di Stato della moda, ma soprattutto un visionario. Prima di lui, esisteva solo il completo rigido e ingessato. Lui ha liberato l’abito formale e, nel farlo, ha liberato la moda. Basta guardare le passerelle di questa settimana: la sua eredità è ovunque”. E ancora, il ricordo della rivalità con Tom Ford da Gucci e la sua grande intuizione sul cinema: “Capì molto prima di noi il valore del ponte tra moda e cinema. Da American Gigolò in poi, i suoi abiti erano irresistibili sullo schermo. Era pienamente un designer per l’uomo e per la donna, perché credeva che forza e fluidità potessero appartare a entrambi”. Al termine del suo discorso, mentre Silvana Armani, Leo Dell’Orco e Andrea Camerana salivano sul palco per ritirare il Legacy Award – istituito per questa edizione al posto del Visionary Award – , l‘intero teatro si è alzato in una lunghissima e commossa standing ovation.L’interludio di Bolle e i premiDopo l’emozione del tributo, la scena è passata a Roberto Bolle. Con un’interpretazione ipnotica e quasi primordiale del Bolero, il ballerino ha mostrato la potenza del corpo e la sinergia che la danza è in grado di creare, regalando un intermezzo che ha lasciato il pubblico senza fiato. La cerimonia è proseguita con la consegna dei dieci riconoscimenti della serata, assegnati da una giuria indipendente con il supporto della UN Alliance for Sustainable Fashion e del Comune di Milano. La cerimonia, come ha ricordato il presidente di Camera Moda Carlo Capasa, vuole essere “un laboratorio aperto e inclusivo che mette in dialogo tutte le anime del sistema moda”, ricordando come i premi siano “non un traguardo, ma l’inizio di un percorso con rinnovata consapevolezza”. Il sindaco Giuseppe Sala, presidente del Cda della Fondazione Scala, ha invitato a non dimenticare i tempi difficili: “Le disuguaglianze sociali, la crisi climatica, l’insicurezza sono sfide che viviamo ogni giorno. La voce della moda è molto forte, e deve fare la sua parte”.E i premiati rappresentano le eccellenze di questo percorso. Il premio per l’Impatto Sociale e il Capitale Umano è andato a Saheli Women, mentre l’innovazione del Aura Blockchain Consortium si è aggiudicata il Groundbreaker Award. A Tod’s Group è stato riconosciuto il valore dell’artigianato, a Willy Chavarria l’impegno per l’inclusione e a Ermenegildo Zegna Group quello per la biodiversità. Gli altri premi sono andati a Schneider Group (Azione per il Clima), Kiton (Educazione d’Eccellenza), Regenesi (Economia Circolare) e al brand The Sake Project, vincitore del Bicester Collection Award for Emerging Designers. Una serata che, tra il ricordo di un gigante e le sfide del presente, ha cercato di tracciare una rotta per il futuro.Human Capital and Social Impact Award: Saheli Woman (premiato da Toni Garrn).Groundbreaker Award: Aura Blockchain Consortium (premiato da Kelly Rutherford).Climate Action Award: Schneider Group (premiato da Paola Deda).Education of Excellence Award: Kiton (premiato da Trudy Styler).Circular Economy Award: Regenesi (premiato da Greta Ferro).Biodiversity and Water Award: Ermenegildo Zegna Group (premiato da Shailene Woodley).Craft and Artisanship Award: Tod’s Group (premiato da Iman).Diversity and Inclusion Award: Willy Chavarria (premiato da Jesse Williams).Emerging Designers Award – The Bicester Collection: The Sake Project (premiato da Michelle Monaghan e Laurent Vinay).Legacy Award: a Silvana Armani, Leo Dell’Orco e Andrea Camerana.L'articolo “Giorgio Armani era un leone rassicurante”: Anna Wintour si commuove ai Sustainable Fashion Awards. La cerimonia alla Scala con la piazza divisa tra moda e Pro-Pal proviene da Il Fatto Quotidiano.