Un corvo in parlamento. Che ha confezionato un dossier con accuse e riferimenti sessuali nei confronti di alti dirigenti della Camera dei Deputati. Che erano in corsa per diventare vicesegretari a Montecitorio. Ma ha fatto un errore. Ha dimenticato che l’aula del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica è videosorvegliata. E così Roberto Cerreto, oggi consigliere caposervizio con delega a tutte le commissioni bicamerali, è finito nei guai.Roberto CerretoLa storia la raccontano Il Fatto, Il Foglio e Il Messaggero. Tutto è accaduto tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Il plico era destinato a Giovanni Donzelli, membro del Copasir, a Palazzo San Macuto. L’intestatario era falso. E le persone citate sono i consiglieri dei politici, depositari di atti e leggi. Cerreto non ha risposto alle richieste di commenti dei quotidiani. Ha ribadito agli amici la propria estraneità alla vicenda. Ma rischia di salutare gli uffici parlamentari. Il dirigente voleva bruciare altri pretendenti a quel ruolo, nel frattempo assegnato ad agosto. Nel dossier c’erano riferimenti agli orientamenti sessuali di altri consiglieri parlamentari e accuse di merito sulla gestione del Copasir.La versione di FontanaIl presidente della Camera Lorenzo Fontana ha fatto sapere che si tratta di un procedimento disciplinare senza alcuna rilevanza politica. Nel plico incriminato indirizzato a Donzelli, membro della commissione bicamerale, era stato scritto un falso mittente: segreteria del Copasir. Ma in quell’auletta non può entrare quasi nessuno, a parte i parlamentari che ne fanno parte e un nucleo ristretto di dirigenti.L'articolo Il corvo della Camera che ha fabbricato dossier con accuse ai colleghi proviene da Open.