Valditara e Giuli portino a scuola due ore settimanali di ‘educazione alle immagini e digitale’!

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Dal 24 al 26 settembre, Palermo è diventata la capitale del “cinema nelle scuole”, ospitando la terza edizione delle “Giornate Nazionali del Cinema per la Scuola”, promosse dal Ministero della Cultura (Mic) e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim), con l’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia (l’Usr diretto da Giuseppe Piero): tre giorni intensi di laboratori e dibattiti sull’educazione all’immagine nelle scuole italiane, alla luce delle quattro edizioni dei bandi “Cips” ovvero “Cinema e Immagini per la Scuola”.Come per il crollo dell’occupazione nel settore cine-audiovisivo recentemente denunciato (-90 % nel 2024), anche questa iniziativa è purtroppo passata quasi inosservata ai media “mainstream”, pur ponendosi “controcorrente” rispetto alla linea restrittiva del ministro Giuseppe Valditara sul digitale e sugli smartphone in classe. Si ricordi che in occasione del divieto totale di cellulari nelle secondarie di secondo grado (circolare 16 giugno 2025), Valditara ha dichiarato che “i cellulari sono una minaccia per socializzazione e apprendimento” e, ancora, “dobbiamo tornare a costruire con della carta e del nastro adesivo una palla per giocare nei corridoi, come facevamo noi da ragazzi” (sic).La Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, inaugurando l’iniziativa nei Cantieri Culturali alla Zisa, ha snocciolato dati impressionanti, offrendo una lettura – come sempre nel suo stile enfatico – entusiasmante: dal 2018, oltre 104 milioni di euro di contributi pubblici, quasi 2.000 progetti messi in atto, 1,7 milioni di studenti e 115.000 docenti coinvolti in 10mila plessi… Numeri certamente significativi, ma cumulativi (si tratta del totale delle 4 edizioni) e riferiti comunque a interventi non continuativi: occorre superare la logica occasionale e stabilizzare queste attività nei piani didattici, passando dalla fase sperimentale a quella strutturale. E debbono essere coinvolte stabilmente tutte le scuole d’Italia, dalle materne alle superiori (le istituzioni scolastiche statali sono circa 7.600, per un totale di oltre 40mila plessi).Per “cinema”, qui s’intende audiovisivo e immagini digitali: si tratta di un nodo centrale del deficit culturale della scuola italica. Una scuola che purtroppo non educa adeguatamente alle immagini e al digitale (né alla sessualità, ma è altro discorso…).Si ricordi che i progetti “Cips” affondano le radici storiche nella “Legge Buona Scuola” (n. 107) di Matteo Renzi del 2015 e soprattutto nella “Legge Cinema e Audiovisivo” (n. 220) di Dario Franceschini del 2016, che ha fissato il 3 % del “Fondo annuale Cinema e Audiovisivo” (700 milioni di euro) per il “cinema nelle scuole”. In realtà, la legge voluta da Renzi prevedeva “la promozione del cinema e dell’arte visiva come strumenti didattici” prospettando accordi interministeriali per progetti anche su musica, teatro, danza… oltre ai linguaggi audiovisivi. Si prospettava quindi una riserva del 3% del “Fondo Unico per lo Spettacolo”, l’ex “Fus” divenuto nel 2023 “Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo”, alias “Fnsv”: solo il cinema ha però avuto seguito. Notoriamente l’ex ministro “dem” ha sempre privilegiato il cinema e l’audiovisivo, a discapito dello spettacolo dal vivo.Le “leggi delega” sullo spettacolo (n. 175/2017 e n. 106/2022) prevedono ancora – sulla carta – il 3 % del Fnsv (446 milioni di euro nel 2025) a favore di teatro e musica e danza nelle scuole, ma i decreti attuativi non sono mai stati emanati. Il Parlamento, nell’agosto 2025, ha prorogato al 31 dicembre 2026 l’esercizio delle deleghe da parte del governo.Punto di forza dei bandi “Cips” – coordinati da Bruno Zambardino (Responsabile Affari Ue e Ufficio Studi della Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura) – è la “valutazione di impatto”, strumento assai raro in Italia per trasparenza e monitoraggio delle risorse pubbliche. Punto debole sono le tempistiche burocratiche: a settembre 2025, sono usciti solo i risultati dei progetti nazionali (13 vincitori), mentre mancano ancora gli esiti dei bandi territoriali e di quelli delle scuole, con prevedibili criticità per la programmazione didattica dell’anno scolastico in corso. Per il 2025-26, con 24 milioni disponibili, sono arrivate oltre 900 richieste per un fabbisogno teorico di 77 milioni. Nell’economia complessiva del Fondo Cinema e Audiovisivo, si potrebbe decidere di incrementare la quota, dato che la legge recita “almeno il 3% della dotazione” del Fondo…E sicuramente occorre che Giuseppe Valditara creda di più nell’iniziativa: sebbene il “territorio” del cinema nella scuola sia di fatto presidiato politicamente dalla Sottosegretaria leghista, anche Fratelli d’Italia dovrebbe sostenere questi percorsi di alfabetizzazione audiovisiva, multimediale, digitale. Anche su questo, silenzio totale da parte di Forza Italia, che in materia di politiche culturali non brilla certo per proposività, nell’economia della maggioranza che sostiene il governo guidato da Giorgia Meloni.Le iniziative “Cips” devono raggiungere tutte le scuole, non solo poche. In Francia, da trent’anni oltre 2 milioni di allievi l’anno partecipano a progetti simili (su 12 milioni di studenti); in Italia, nell’ultima edizione solo 600mila (su 7 milioni).I ministri Alessandro Giuli e Giuseppe Valditara dovrebbero mostrare coraggio e visione innovativa, introducendo finalmente almeno due ore settimanali di “educazione critica alle immagini e al digitale” in tutte le scuole italiane.L'articolo Valditara e Giuli portino a scuola due ore settimanali di ‘educazione alle immagini e digitale’! proviene da Il Fatto Quotidiano.