Centrata in pieno volto da almeno un colpo di pistola. Sono queste le conclusioni emerse dai primi rilevamenti sul corpo di Cinzia Pinna, iniziati questa mattina, 29 settembre. Gli accertamenti riguardano l’omicidio della 33enne di Castelsardo uccisa dall’imprenditore vitivinicolo di Arzachena Emanuele Ragnedda. La giovane era stata trovata senza vita la settimana scorsa, il 24 settembre, nella tenuta di Ragnedda, a Conca Entosa, dodici giorni dopo il delitto. L’imprenditore aveva tentato in un primo momento di scappare su un’imbarcazione di sua proprietà. Poi, incagliatosi negli scogli, si era consegnato alle forze dell’ordine, confessando quasi subito il delitto.Gli esami sulla salma di Cinzia PinnaI primi esami, una Tac eseguita all’istituto di medicina legale di Sassari, confermano che Cinzia è stata centrata in pieno volto da almeno un colpo di pistola. L’autopsia, prevista a metà settimana, chiarirà poi il numero esatto di colpi sparati e la presenza di eventuali segni di violenza. Le analisi sono state condotte dal medico legale Salvatore Lorenzoni, alla presenza del perito nominato dal difensore di Ragnedda, l’avvocato Luca Montella, e dei familiari della vittima.Le ferite al volto di Emanuele RagneddaRagnedda ha raccontato che, durante la colluttazione, la donna lo avrebbe aggredito con un coltello, provocandogli ferite vicino alla bocca e sulle braccia: «Quella sera lei mi ha tagliato la lingua e io le ho sparato», avrebbe detto. Le lesioni descritte dall’indagato sono state esaminate oggi da un medico legale su mandato della pm di Tempio Pausania, Noemi Mancini, nel carcere di Bancali, dove Ragnedda è detenuto sotto sorveglianza speciale su richiesta del suo avvocato, Luca Montella. Gli inquirenti stanno valutando se le ferite siano compatibili con la versione dell’imprenditore, in attesa dei prossimi accertamenti e dell’autopsia sulla vittima. Il viticoltore aveva parlato di più colpi esplosi frontalmente. Dalle prime indagini emerge che l’omicidio potrebbe essere avvenuto in seguito al rifiuto di un approccio sessuale da parte della vittima. Dopo l’aggressione, Ragnedda avrebbe nascosto il corpo sotto sterpaglie e rovi nella sua tenuta. L’uomo è ora detenuto nel carcere di Bancali, in attesa di ulteriori sviluppi.I primi depistaggiNei giorni successivi alla scomparsa, Ragnedda aveva fornito versioni contraddittorie agli investigatori. Il 21 settembre dichiarava di non conoscere Cinzia, nonostante le immagini di una telecamera di sorveglianza che la mostrano salire nella sua auto il giorno dell’omicidio. In un primo momento ha coinvolto un giardiniere 26enne, sostenendo che lo avesse aiutato a occultare il cadavere. Poi ha ammesso di aver agito da solo. Resta aperta la possibilità che altre persone abbiano contribuito a far sparire pantaloni, biancheria intima e cellulare della vittima. Gli investigatori stanno interrogando numerose persone, inclusa la fidanzata di Ragnedda, titolare di un locale a San Pantaleo, per far luce sul contesto del delitto e sui possibili depistaggi.L’ipotesi di violenza sessualeNon si esclude che il delitto sia legato a una violenza consumata o tentata. Gli inquirenti stanno cercando di recuperare un secondo telefono in possesso di Ragnedda, che potrebbe contenere informazioni rilevanti sull’omicidio e sui contatti nei giorni precedenti e successivi al delitto.L'articolo Cinzia Pinna centrata in volto da un colpo di pistola. Cosa rivelano i primi esiti degli accertamenti proviene da Open.