La sfilata di Giorgio Armani a Brera: le lanterne, Einaudi al pianoforte e Richard Gere e Cate Blanchett in prima fila. Il racconto dell’ultimo tributo a Re Giorgio

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Struggente, emozionante, potente come ogni sfilata di Re Giorgio. Ludovico Einaudi si è seduto al pianoforte, le note di “Nuvole Bianche” hanno pervaso il cortile dell’Accademia di Brera illuminato da centinaia di lanterne ed è iniziata la magia. Qui, dove gli studenti ancora immaginano di cambiare il mondo con la loro idea di bellezza, ha sfilato la collezione Primavera/Estate 2026: l’ultima che porta la firma diretta dello stilista e da lui pensata per celebrare i 50 anni del suo brand. I bagliori dei cristalli degli abiti si irradiavano lungo le colonne del porticato mentre le modelle incedevano lente. L’effetto era quasi sacrale: un omaggio al genio milanese in un luogo che, per la prima volta, ha aperto le sue porte a una sfilata di moda. In passerella una collezione monumentale, 127 look indossati da molti dei modelli storici di Giorgio Armani, la summa del suo stile e del suo lavoro in questi 5 decenni con il marchio che porta il suo nome. Lui vi ha lavorato fino all’ultimo, e la sua presenza qui è palpabile. È stato il suo addio, il suo vero addio.E se negli ultimi cinquant’anni Armani ha vestito Hollywood, ieri sera tutta Hollywood ha vestito Armani. Ad applaudire 700 ospiti tra amici, colleghi, star di Hollywood…. C’erano Richard Gere, Cate Blanchett in nero e oro e Lauren Hutton in un impeccabile completo bianco, e poi ancora attori e registi a dimostrazione del suo pionieristico legame con il cinema. Glenn Close, elegantissima in smoking, che lo ha ricordato come “una persona generosa e un amico”. “Ci siamo conosciuti per questo film, forse ne avete sentito parlare, si chiamava American Gigolo””, ha raccontato Gere. “All’epoca non possedevo neppure un abito. I suoi tessuti erano morbidi, si prendeva libertà stilistiche. Ho iniziato a muovermi diversamente e ho iniziato a trovare il personaggio con l’abito, per cui ringrazierò sempre Giorgio”. E poi ancora, da Spike Lee a Giuseppe Tornatore, da Margherita Buy a Toni Servillo, da Roberto Bolle a Federica Pellegrini, fino a Laura Mattarella e la senatrice a vita Liliana Segre, che ha offerto un ricordo profondo: “Con Armani c’era stima reciproca perché lui aveva dato tutto se stesso e anche io ho dato me stessa”. ‹ › 1 / 9 ‹ › 2 / 9 ‹ › 3 / 9 ‹ › 4 / 9 ‹ › 5 / 9 ‹ › 6 / 9 ‹ › 7 / 9 ‹ › 8 / 9 ‹ › 9 / 9 La collezione, l’ultima a cui Armani ha lavorato personalmente, è un affresco che riassume mezzo secolo di moda, con 127 look che dialogano tra due luoghi del cuore: Milano, la città del lavoro, e Pantelleria, l’isola-rifugio. Sfilano abiti fluidi, leggeri, “come sfiorati dal vento dell’isola”. Giacche leggere e completi allungati, abiti eterei che sembrano muoversi al vento, tessuti morbidi che avvolgono senza costringere. Le linee sono morbide, i colori raccontano storie di luce, terra e mare, dai neutri organici ai blu notturni. È il tocco Armani nella sua forma più pura: un gesto stilistico forte, espresso attraverso abiti che non hanno peso, di un’eleganza silenziosa che si fa ricordare. Per dare forza al racconto, sono tornati a sfilare i volti che hanno fatto la storia della maison: Nadège Dubospertus, Markus Vanderloo, Daniela Peštová, Gina Di Bernardo, Olga Sherer. La passerella è diventata un viaggio nella memoria, una summa di mezzo secolo di stile.Alla fine, dopo una pausa a vuoto, ecco la modella Agnese Zogla a chiudere da sola la passerella con una camminata solitaria, suggestiva e malinconica al contempo, sulle note di Experience di Einaudi. Quindi il silenzio si è sciolto in una standing ovation lunga e intensa: un applauso sentito, rivolto a un’assenza che è stata la presenza più forte della serata. Poi sono usciti, tenendosi per mano, il compagno e braccio destro Leo Dell’Orco e la nipote Silvana Armani, responsabili delle linee uomo e donna. Nessuna parola, solo un cenno commosso al pubblico: il passaggio di consegne, il futuro della maison, si è compiuto in quell’istante. Difficile per tutti trattenere l’emozione, ma sempre con quella compostezza che lui avrebbe voluto.L'articolo La sfilata di Giorgio Armani a Brera: le lanterne, Einaudi al pianoforte e Richard Gere e Cate Blanchett in prima fila. Il racconto dell’ultimo tributo a Re Giorgio proviene da Il Fatto Quotidiano.