I due operai morti nella fossa biologica, i corpi trovati senza protezioni al volto. L’accusa della Cgil: «Lavoravano in nero»

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Sayed Abdelwahab Hamad Mahmoud, 39 anni, e Saad Abdou Mustafa Ziad, 21 anni, due operai egiziani arrivati in Veneto da pochi mesi, sono morti a Santa Maria di Sala a causa delle esalazioni tossiche di una vasca biologica. Il primo è sceso nella vasca di raccolta delle acque nere, si è sentito male e non è più risalito. L’amico che era con lui ha tentato di soccorrerlo ma è rimasto vittima dello stesso incidente. La Cgil di Venezia ha denunciato che i due operai lavoravano senza contratto regolare. «I due lavoratori che ieri hanno perso la vita a Santa Maria di Sala lavoravano in nero. Un fatto gravissimo, che mette in luce ancora una volta come una parte della nostra economia sia sommersa, a danno delle lavoratrici e dei lavoratori», ha dichiarato Daniele Giordano, segretario generale Cgil Venezia.L’assenza di protezioni a volto e testaI due operai egiziani sono arrivati sul posto accompagnati dalla ditta Paolo traslochi e trasporti di Rivale di Pianiga. Poco prima delle 10 sarebbe iniziata l’ispezione alle fosse di raccolta delle acque nere all’interno di una villa in via Desman 62 a Veternigo di Santa Maria di Sala. L’immobile, fino a 3-4 anni fa, ospitava un centro di accoglienza per migranti. I corpi delle vittime indossavano tute bianche e stivali di gomma gialli, ma come riporta il Corriere del Veneto erano privi di protezioni al volto e alla testa. Il pm Giovanni Gasparini ha disposto l’autopsia per accertare se siano morti per soffocamento o annegamento dopo aver perso i sensi. Le indagini sono affidate allo Spisal dell’Usl 3 e ai carabinieri dell’Ispettorato del lavoro.Il cambio di proprietà e le responsabilitàLo stabile era stato acquistato ad aprile dalla 42enne Elena Ursache di Campalto. La proprietaria citata dal Corriere del Veneto ha precisato: «Di tutto si è occupata la cooperativa che c’era prima, io non ho seguito». La Cooperativa sociale servizi associati (Cssa) di Spinea, precedente proprietaria, ha fatto sapere attraverso il responsabile Andrea Pivetta: «L’immobile non è più di nostra proprietà da alcuni mesi. Siamo profondamente addolorati per questo dramma, collaboriamo con l’autorità giudiziaria per le indagini».La richiesta di controlli più severiGiordano ha sottolineato la necessità di «controlli, prevenzione e formazione». Il segretario ha evidenziato come «l’assenza di controlli che caratterizza il nostro territorio, è un danno enorme alla salute e sicurezza delle persone, ma anche alle aziende oneste, che si trovano a dover concorrere con chi pratica sfruttamento e illegalità». Ha concluso affermando che «la magistratura si occuperà di stabilire le responsabilità del caso, ma per evitare che si ripeta serve la volontà politica e l’impegno concreto delle Istituzioni per contrastare l’impostazione criminale di una parte del mondo del lavoro».L'articolo I due operai morti nella fossa biologica, i corpi trovati senza protezioni al volto. L’accusa della Cgil: «Lavoravano in nero» proviene da Open.