⁠La verità sul sommergibile Titan, l’addestramento farsa dei piloti e le minacce a chi faceva domande: «Ecco come potevano evitare la strage»

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Era il 18 giugno 2023 quando il Titan, il mini sommergibile progettato per portare turisti sul relitto del Titanic, implose a oltre 3.500 metri di profondità nell’Oceano Atlantico, uccidendo tutti e cinque gli occupanti a bordo. Oggi, a più di due anni dalla tragedia, un rapporto della Guardia Costiera americana punta il dito contro OceanGate, la società privata proprietaria del mezzo, e afferma inequivocabilmente che il disastro si poteva evitare. Il documento, lungo oltre 300 pagine, descrive un’azienda che operava al limite, e spesso fuori, di ogni standard minimo di sicurezza. Un mix di carenze strutturali, pressioni economiche, mancanza di controlli e un ambiente di lavoro tossico creato dal Ceo Stockton Rush, anche lui morto a bordo del sommergibile. Tutti elementi che, se evitati, avrebbero potuto evitare la strage secondo il rapporto.I piloti formati in un giornoIl rapporto parla senza mezzi termini di «gravi carenze» nella progettazione, manutenzione e ispezione del Titan. I protocolli dichiarati da OceanGate non corrispondevano alle pratiche reali, con evidenti disparità tra ciò che veniva promesso in termini di sicurezza e quanto effettivamente messo in atto. La società avrebbe anche usato tattiche intimidatorie nei confronti di dipendenti e collaboratori che esprimevano preoccupazioni. Uno degli aspetti più inquietanti riguarda la formazione degli operatori: in alcuni casi OceanGate avrebbe cercato di addestrare nuovi piloti in un solo giorno, anche senza alcuna esperienza con veicoli subacquei. Secondo un ex direttore operativo della società, questa scelta rappresentava una enorme «Red Flag». Il ruolo di Stockton RushAl centro del disastro c’è anche la figura di Stockton Rush, fondatore di OceanGate e vittima dell’implosione. Il report lo definisce un «accentratore» che deteneva contemporaneamente il ruolo di Ceo, responsabile della sicurezza e pilota, di fatto controllando tutte le decisioni operative. Rush, si legge, era talmente concentrato nel soddisfare le aspettative dei clienti, che pagavano centinaia di migliaia di dollari per l’esperienza, da mettere in secondo piano la sicurezza. Non aiutavano anche le difficoltà finanzaire dell’azienda, con lo stesso Rush che ha dovuto ricorrere a fondi propri per portare avanti le operazioni. La mancanza di certificazioniIl rapporto conclude spiegando che, la motivazione per la quale si è arrivati al disastro, risiede nel vuoto normativo in cui operava OceanGate. L’azienda sfruttava concessionni per attività scientifiche e i giusti agganci per evitare ispezioni. Rush non aveva neanche sottoposto il suo sommergibile alle certificazioni neccesarrie perchè riteneva il suo design «troppo innovativo»L'articolo ⁠La verità sul sommergibile Titan, l’addestramento farsa dei piloti e le minacce a chi faceva domande: «Ecco come potevano evitare la strage» proviene da Open.