Stati Uniti e Russia tornano a parlarsi a quattr’occhi per tentare di trovare un accordo che faccia tacere le armi in Ucraina. L’inviato speciale di Donald Trump, l’immobiliarista Steve Witkoff, è giunto poche ore fa al Cremlino dove si è seduto a colloquio con il presidente russo Vladimir Putin. A Mosca, Witkoff è stato accolto dal rappresentante speciale del presidente russo Kirill Dmitriev.L’ultimatum di Trump e l’ipotesi di sanzioni alle petroliere fantasmaL’incontro tra la delegazione americana e il leader russo arriva a 48 ore dalla scadenza che Donald Trump ha bruscamente abbreviato due settimane fa dando a Mosca 10-12 giorni di tempo per acconsentire al cessate il fuoco. A conti fatti, l’ultimatum scade dunque giovedì 8 agosto. La minaccia del tycoon è concreta: dazi secondari sui Paesi che continuano a fare affari con Mosca, su tutti Cina e India che dalla Russia comprano il petrolio. Secondo il Financial Times, Trump vorrebbe anche implementare ulteriori sanzioni alla «flotta ombra» russa, le petroliere obsolete e battenti le bandiere più disparate che continuano a navigare commerciando il greggio russo e finanziando così la guerra. Sarebbe la prima volta che Trump impone sanzioni a Mosca, mentre Biden aveva già aggiunto 213 navi cargo alla «lista nera».Lo scontro con Medvedev e la minaccia dei sottomarini nucleariDi fronte ai continui raid aerei russi, che non risparmiano una sola notte città e obiettivi in Ucraina, e alle provocazioni dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, il numero uno della Casa Bianca ha perso la pazienza, e ha dato ordine di schierare due sottomarini nucleari in vicinanza della Russia. Vladimir Putin non sembra però pronto a cedere. Anzi, lunedì la Russia ha pure annunciato di non ritenersi più vincolata dalla moratoria sull’utilizzo di missili nucleari a corto e medio raggio. Nelle ultime ore, secondo Bloomberg, l’unica apertura concreta porterebbe a una moratoria sugli attacchi aerei: ben lontano da un cessate il fuoco.Le condizioni di Mosca e quelle di KievLa questione ucraina è un intreccio di condizioni che ognuna delle parti pretende di vedere rispettate. La Russia chiede lo stop ai processi di avvicinamento dell’Ucraina sia alla Nato che all’Unione europea, ma anche la protezione dei «russofoni» e il riconoscimento delle quattro repubbliche autoproclamate del Donbass come russe. Kiev rifiuta categoricamente gli ultimi due punti e puntualizza che sull’adesione o meno alla Nato sta all’Ucraina stessa, in quanto Paese sovrano, decidere. In tutto questo, Washington sta tentando di mettere fretta al Cremlino. L'articolo Mosca, l’inviato Usa Witkoff a colloquio con Putin. L’ultima sfida di Trump per stanarlo: dazi indiretti e sanzioni sulle petroliere «fantasma» proviene da Open.